Zaffini (Fdi): «Tassare il gioco online per recuperare risorse per la sanità»
Il presidente della X Commissione “Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale” del Senato: «Si tratta di equiparare il gettito delle piattaforme online, gran parte delle quali non pagano il prelievo, con quello degli altri giochi». La proposta andrà nella delega fiscale collegata alla manovra
di Barbara Gobbi
4' di lettura
«Il gioco online sta diventando una piaga sociale: va fissato un sistema di regole e anche attuato un prelievo come si fa con gli altri giochi, a beneficio di un’altra area in profonda sofferenza quale è la sanità». Francesco Zaffini, senatore di Fratelli d’Italia presidente della X Commissione “Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale” di Palazzo Madama, propone la classica quadratura del cerchio per tenere insieme il contrasto alla febbre da gioco sul web e – soprattutto - l’esigenza di recuperare risorse per una sanità pubblica in profonda crisi. Che nel contesto dell’imminente manovra in deficit, ulteriormente aggravato dallo scenario geopolitico internazionale, difficilmente otterrà quei 4 miliardi preannunciati nei mesi scorsi dal ministro della Salute Schillaci.
E allora si cercano risorse altrove. Il puntello che il senatore Zaffini garantisce come solido e ben piantato è l’Ordine del giorno, di cui è stato primo firmatario, approvato nella Delega per la riforma fiscale: un testo che impegna il Governo a prevedere un «incremento delle risorse destinate al finanziamento del Ssn mediante un adeguato riordino della disciplina delle entrate complessive dall’attività di raccolta del gioco». Introito atteso «da un aumento dei canoni di concessione, specie dei giochi online, in funzione dei volumi di raccolta delle giocate e delle scommesse». In più, si chiede «un adeguato contrasto alle forme di gioco attuato mediante utilizzo di criptovalute ovvero altre forme di pagamento non contemplate nei circuiti di controllo esistenti».
La proposta di recuperare risorse per la sanità dal gioco on line potrebbe entrare dunque nella delega fiscale collegata alla manovra?
Ad agosto abbiamo ottenuto l’approvazione dell’ordine del giorno che impegna il Governo ad agire in questo senso. Ora sta all’Esecutivo mettere delle regole. Intanto, prevedendo dei cambi di concessione delle piattaforme online che sono collocate in paradisi fiscali e che per tenere il proprio sito aperto nel nostro Paese andrebbero regolamentate con un canone, pena l’oscuramento per chi non si adegua. L’altra parte di prelievo va attuata sul giocatore, il quale dovendo inserire i dati della carta di credito già all’inizio della partita diventa “soggetto di prelievo”. Si tratta di equiparare il gettito delle piattaforme online, gran parte delle quali non pagano il prelievo, con quello degli altri giochi. In questo modo, tengo a sottolinearlo, introduciamo anche una calmierazione rispetto a una modalità di gioco che sfugge al controllo sociale e resta troppo spesso nell’anonimato.
Un intervento di prelievo e di tutela dei giocatori al tempo stesso…
Esatto. Al canone e al prelievo sul gioco online andrebbe associata una campagna di comunicazione e informazione del ministero della Salute rispetto ai rischi che corrono le persone che giocano e che potenzialmente sono vittime nelle piattaforme on line di un sistema di algoritmi che le intercetta e irretisce con incentivi e con un marketing aggressivo. Lo Stato deve agire nel senso opposto: mettendo in guardia chi gioca dalla possibilità concreta di perdere il controllo.
Come sottrarsi all’ennesima accusa di Stato “biscazziere” che poi esercita il prelievo?
Sarebbe una critica ampiamente pretestuosa: innanzitutto perché parte dei giocatori nella fase patologica accede alle strutture del Servizio sanitario nazionale come portatrice di una dipendenza al pari dell’alcol, del tabagismo e della droga; in secondo luogo, nel sistema “tradizionale” dei giochi lo Stato è comunque presente e attua un prelievo che oggi ‘cuba’ mezza finanziaria. Il punto è che buona parte del gioco online è un far west, che lo Stato andrebbe a regolamentare vincolandone il gettito per diversi anni all’obiettivo di colmare il gap di risorse che oggi ci troviamo a gestire per effetto dei tagli orizzontali realizzati da altri governi sul Fondo sanitario nazionale.
Le tasse di scopo proposte nel corso degli anni sono sempre naufragate, anche per l’altolà della Ue. Perché in questo caso dovrebbe andare diversamente?
Quella che proponiamo non è una tassa di scopo: se siamo interessati a portare a termine questa operazione - che certo non è semplicissima perché andiamo a muovere interessi importanti – va considerata come una fonte di finanziamento della Salute, autonoma anche rispetto al bilancio e agli equilibri di bilancio. Di questo, sì che si può parlare. E le risorse ottenute potrebbero andare a finanziare ad esempio la medicina territoriale o il rinnovo del contratto dei medici.
Quanto potrebbe “cubare” l’intera operazione?
In questo momento non possiamo saperlo perché il gioco online configura una vera e propria ‘zona grigia’, né sappiamo quali sarebbero modalità ed entità del prelievo. Ma parliamo di miliardi: in 5-7 anni questa operazione contribuirebbe a riportarci in linea sulla sanità, recuperando i tagli subiti dal Fondo sanitario a opera dei precedenti governi.
E cosa c’è da aspettarsi nel complesso sul fronte delle risorse?
Intanto tengo a sottolineare che oggi le risorse per la sanità le stiamo aumentando, contrariamente a quanto affermato da più parti. Va considerata da un lato l’appostazione sul bilancio ordinario – su cui sono ottimista - dall’altro la destinazione di questa fonte nuova e autonoma di finanziamento. Poi, se vogliamo parlare di un livello ottimale di dotazione del Fondo sanitario nazionale, non possiamo non ragionare di 45 miliardi di spesa pocket o di altri 25 miliardi aggiuntivi di spesa socio-sanitaria sempre a carico del cittadino. Una cifra enorme di 65 mld che oggi è intermediata solo al 4-5% dallo Stato con un sistema di regole, mentre il resto è lasciato al mercato. Questo enorme ammontare va canalizzato, riconducendolo in parte o in tutto al Ssn, come oggi accade solo in minima parte. Tutto questo potrebbe trovare ordine in un sistema di regole nuovo, sul quale la X commissione del Senato sta lavorando e speriamo nei prossimi giorni di presentare qualcosa di concreto.
Quindi il canale delle risorse per la salute potrebbe essere triplice
Rimettere a sistema questa enorme cifra “privata” di 65 miliardi, decidere il prelievo sul gioco on line e affiancare un adeguato finanziamento del Fondo sanitario nazionale in legge di bilancio, nell’arco di 5-7 anni ci porterebbe totalmente in linea rispetto alle necessità di finanziamento del nostro sistema-salute.
In definitiva in manovra cosa possiamo aspettarci?
Nella legge di bilancio andrà l’aumento della dotazione del Fondo sanitario nazionale su cui sono ottimista mentre sui decreti attuativi della delega fiscale stiamo lavorando per avere il prelievo che oggi non esiste sui giochi online.
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