Zangrillo: «Clinicamente il coronavirus non esiste più». Locatelli: «Assoluto sconcerto per queste parole»
Lo ha detto il direttore terapia intensiva del San Raffaele di Milano dal punto di vista clinico il virus. Concorda il direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova
4' di lettura
“Clinicamente il nuovo coronavirus non esiste più”. Così Alberto Zangrillo, direttore terapia intensiva del San Raffaele di Milano, a '1/2 ora in più'. “Circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere a fine mese-inizio giugno una nuova ondata e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Questo lo dice l'università Vita e Salute San Raffaele, lo dice uno studio del direttore dell'Istituto di virologia Clementi, lo dice il professor Silvestri della Emory University di Atlanta”.
Secondo il medico del San Raffaele, “i tamponi eseguiti negli ultimi 10 giorni mostrano una carica virale dal punto di vista quantitativo assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di un mese/due mesi fa. Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l'hanno fatta - aggiunge Zangrillo - non si può continuare a portare l'attenzione, anche in modo ridicolo, dando la parola non ai clinici, non ai virologi veri, cioè a che si auto-proclamano professori: il virus dal punto di vista clinico non esiste più”. Lucia Annunziata, la conduttrice della trasmissione, ha replicato: “E' una frase molto forte quella che lei dice professore”. E il clinico di rimando: “La firmo”.
Locatelli: ”Assoluto sconcerto per le parole di Zangrillo”
“Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal Professor Zangrillo con frasi quali il 'virus clinicamente non esiste più' e che 'Terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità'”. Lo afferma il presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del comitato tecnico scientifico Franco Locatelli. “Basta guardare al numero di nuovi casi confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del virus”.
“Aver incrementato di molto i posti di terapia intensiva è un merito enorme del sistema sanitario nazionale, poiché ha permesso di offrire una risposta clinica a tanti malati che altrimenti non avrebbero potuto essere adeguatamente curati. Inoltre - afferma Locatelli - questi posti rimarranno disponibili per chi in futuro ne avrà bisogno anche per situazioni cliniche diverse da COVID-19. Dovremmo tutti rallegrarci che le misure di lock-down abbiano prodotto gli effetti sperati contenendo la diffusione epidemica con risparmio di tante vite umane e questo risultato inconfutabile deve spingere a continuare sul percorso della responsabilità dei comportamenti individuali, da non disincentivare attraverso dichiarazioni pericolose che dimenticano il dramma vissuto in questo Paese”. “E' altrettanto chiaro, anche a occhi non esperti - conclude - che la gestione clinica dei malati è certamente oggi facilitata dal minor numero di casi rispetto a quelli osservati nei giorni di picco e da quanto si è imparato in questi mesi. Questi sono i fatti concreti, il resto opinioni personali”.
“Attenzione ai messaggi fuorvianti”
“Il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti che non invitano alla prudenza”. Lo afferma lo pneumologo Luca Richeldi, componente del Comitato tecnico scientifico. “E' indubitabilmente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane. Non va però scordato- rileva - che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese”.
“Peraltro - afferma Richeldi - è bene ricordare che la circolazione virale è un processo dinamico, per cui la gradualità e la cautela nella ripresa delle attività economiche e sociali devono rimanere la nostra priorità. Soprattutto alla luce delle riaperture del 3 giugno”. “Del resto, basta vedere come purtroppo la situazione sia molto diversa in Paesi, come Russia, Messico o India, nei quali - conclude - queste misure non hanno potuto essere così efficaci e non hanno dato i confortanti risultati che vediamo nel nostro Paese”.
D’accordo con lui il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa “Il virus non c'è più? E' un messaggio sbagliato che rischia di confondere gli italiani. Al Comitato tecnico scientifico va la stima del Governo. Secondo alcuni esperti, del virus Covid-19 non ci sarebbe più traccia in giro per l'Italia. Se le cose vanno meglio questo è merito delle misure di lockdown assunte dal Governo. In ogni caso, - afferma Zampa - in attesa di evidenze scientifiche a sostegno della tesi della scomparsa del virus, della cui attendibilità saremmo tutti felici, invito invece chi ne fosse certo a non confondere le idee degli italiani, favorendo comportamenti rischiosi dal punto di vista della salute”.
“Nessuna prova che sia cambiato”
Al momento “non vi è alcuna prova o studio scientifico pubblicato che dimostri che il nuovo coronavirus SarsCov2 sia mutato”. Lo afferma il direttore dell'Istituto azionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito. “Fortunatamente in Italia - rileva -abbiamo ora meno casi gravi e ciò dimostra che le misure di contenimento adottate hanno dato i loro frutti”. “Ad oggi - ha ribadito Ippolito - non c'è alcuna prova nè alcuno studio scientifico pubblicato che il virus sia mutato. E si può parlare solo sulla base di studi scientifici riconosciuti e pubblicati”.
Di solito, avverte, “i virus si attenuano nel corso di vari anni, ma non bisogna essere catastrofisti o ottimisti a tutti i costi”. Ora, “ciò che dobbiamo fare - conclude il direttore scientifico dello Spallanzani - è monitorare la situazione giorno per giorno e mai abbandonare la prudenza”.
“Terrorizzare il paese è qualcosa di cui qualcuno si deve assumere le responsabilità - dice ancora Zangrillo - perché i nostri pronto soccorso e i nostri reparti di terapia intensiva sono vuoti e perché la Mers e la Sars, le due precedenti epidemie, sono scomparse per sempre e quindi è auspicabile che capiti anche per la terza epidemia da coronavirus. Dovremo stare attentissimi, prepararci ma non ucciderci da soli”.
Bassetti: virus ha perso potenza di fuoco iniziale
Il nuovo coronavirus “potrebbe ora essere diverso: la potenza di fuoco che aveva tale virus due mesi fa non è la stessa potenza di fuoco che ha oggi”. Lo afferma il direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti. “E' evidente - sottolinea - che oggi la malattia Covid-19 è diversa: la presentazione clinica e il decorso sono infatti molto più lievi”.
loading...