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Zegna, l’obiettivo resta a 2 miliardi. «Crediamo all’Esg, non è marketing»

Il gruppo ha chiuso il 2022 con ricavi a 1,49 miliardi di euro (+15,5%). Attesa una crescita a doppia cifra anche nel primo trimestre 2023, grazie alla ripresa della Greater China. E si punta ai 2 miliardi entro il 2025

di Giulia Crivelli

La sfilata della collezione Zegna per l'autunno-inverno 2023-24

3' di lettura

La quotazione a New York, nel dicembre 2020, è stata un punto di svolta per il gruppo Zegna. Ma nei successivi sedici mesi sono successe molte altre cose, a ben guardare non meno importanti, e che spiegano gli ottimi risultati 2022 annunciati ieri.

I ricavi sono saliti del 15,5% a 1,49 miliardi, ma la percentuale sarebbe quasi tripla (+42%) escludendo la Greater China, che ha sofferto tra marzo e maggio 2022 e poi nel periodo ottobre-dicembre di restrizioni legate al Covid, restrizioni che ogni altro mercato di Zegna e dell’alta gamma aveva archiviato fin dall’inizio dell’anno. «Sono ottimista per l’area della Greater China e prevedo che darà un contributo importante ai risultati del primo trimestre 2023, che vediamo già in crescita a doppia cifra», spiega Gildo Zegna, presidente e amministratore delegato del gruppo, tra i leader globali dell’alta gamma e primo in assoluto per la parte maschile.

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Buoni anche gli indici di redditività: l’utile netto è stato di 65,3 milioni, l’ebit di 157,7 milioni (+6% sul 2021 e in linea con le indicazioni fornite dal gruppo alla fine di gennaio). «Siamo sempre stati un’azienda molto disciplinata, trasparente, rigorosa, ma la quotazione ci ha dato regole ancora più ferree e siamo consapevoli dell’importanza degli annunci e delle parole che si usano per farli – sottolinea Gildo Zegna –. Per questo comunichiamo previsioni e progetti solo quando sono di fatto certezze. Alla luce dei risultati del 2022 confermiamo l’obiettivo di arrivare a 2 miliardi di ricavi entro il 2025, portando l’ebit al 15% del fatturato dall’attuale 10,6%». Il dividendo proposto per il 2022 è di 0,1 euro, in crescita dell’11% sul 2021.

Cauto ottimismo, ma ambizioni meno sussurrate del solito: «Sul grande tema degli ultimi anni, i criteri Esg e in particolare la sostenibilità sociale e ambientale, abbiamo sempre scelto di investire e impegnarci perché ci credevamo, non perché si tratta di leve di marketing e comunicazione – precisa l’ad di Zegna –. La Borsa e gli americani ci hanno fatto capire che non devono esserci pudori a raccontare ciò che si fa per l’ambiente, per le persone che lavorano in azienda e il nostro territorio». Da qui l’annuncio della nascita, nel 2022, dell’Accademia dei mestieri, per formare gli artefici della qualità artigianale e manifatturiera di Zegna del futuro: «Nei prossimi tre anni, anche alla luce dei ritmi di crescita della domanda globale che prevediamo, assumeremo almeno 300 persone – aggiunge Gildo Zegna –. Certo, siamo un marchio del lusso, ma, forse ancora più importante, siamo una “macchina produttiva” di lusso».

Motivo d’orgoglio per Gildo Zegna e la famiglia è la quotazione a New York e, non meno importante, i marchi americani che il gruppo ha in portafoglio, Thom Browne, che compie 20 anni nel 2023, e Tom Ford: «Alla fine del 2022, dopo l’acquisto del brand da parte di Estée Lauder, abbiamo firmato un accordo di licenza ventennale per la produzione delle collezioni Tom Ford. Nei prossimi mesi tutti i dettagli dell’operazione saranno finalizzati, ma stiamo già lavorando al progetto. E siamo molto soddisfatti di Thom Browne: nel 2022 abbiamo aperto 11 ulteriori negozi monomarca nel mondo e l’ebit del marchio è stato di 48,1 milioni, il 26% in più rispetto al 2021».

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