Il Commissario

Zes Campania: «Sblocchiamo dieci nuovi investimenti»

Il neo nominato Giosy Romano si impegna per una netta accelerazione: pronte a partire le prime gare per 136 milioni per dotare di infrastrutture le aree industriali. Ma manca ancora personale

di Vera Viola

 Ricade interamente nella Zes l’Interporto di Nola

3' di lettura

Uno degli ultimi provvedimenti che il governo ha formalizzato a dicembre nell’ambito del piano Zes (Zone economiche speciali del Sud) è la nomina del commissario della Zes Campania. Il governo ha scelto Giosy Romano, avvocato amministrativista, dal 2015 presidente del consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale (ASI) della provincia di Napoli e presidente della CISE, la Confederazione Italiana per lo Sviluppo Economico.
Romano è stato nominato con decreto del presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi su proposta del ministro per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna, d’intesa con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
Da lui si attende un cambio di passo e la rapida operatività della zona economica speciale (attesa da troppo tempo), anche in virtù dei poteri che ai commissari sono stati conferiti. E Romano non si sottrae, anzi si impegna: «Per febbraio sarà indetta la prima gara– dice – per migliorare le infrastrutture nell’area dell’Interporto di Nola. Parlo di strade, fogne e rete idrica con un impegno di 30 milioni circa». E conferma: «Il commissario può. Poiché è presidente del comitato di indirizzo, rilascia l'autorizzazione unica e il commissariato è anche stazione appaltante».
Se un’opera messa a gara non fa “primavera”, a far sperare (con cautela) in un vero avvio delle Zes sono ormai diversi fattori. In primis l’interesse delle imprese. «Le domande di terreni su cui realizzare investimenti industriali sono aumentate significativamente – dice l’avvocato Romano – il maggior numero di richieste riguarda Nola. L’agglomerato è ormai saturo, avendo ricevuto richieste per 1 milione di metri quadri. Si tratta di un agglomerato industriale attrattivo per posizione geografica e per infrastrutturazione. Ma la novità – precisa – è che, con le Zes e con i fondi del Pnrr, diventano appetibili anche siti finora trascurati».
Romano, che è anche presidente dell’Asi di Napoli non si sottrae a una necessaria e severa autocritica. «Le aree industriali del Sud – ammette – sono state abbandonate. I consorzi Asi dovevano agire in sostituzione della Cassa per il Mezzogiorno, ma hanno fatto troppo poco». Ma giustifica: «Hanno potuto far conto su scarse risorse finanziarie. Oggi è diverso: le occasioni offerte dal Pnrr vanno colte e Enti locali e Regione insieme ai consorzi Asi devono intervenire al fine di riuscire ad attingere tutti i fondi disponibili».
Il capitolo risorse economiche è senza dubbio finalmente molto incoraggiante. Rispetto alla scarsa dote riservata inizialmente a tutte le Zes del Sud (50 milioni per il credito d'imposta), la Campania oggi può vantare da subito la disponibilità di 136 milioni per sette progetti infrastrutturali già approvati (due interventi di ferrovie, strade e altre infrastrutture in Valle Ufita, a Maddaloni, Nola, Fisciano, Salerno). Ma può attivare altri investimenti per un totale di 600 milioni. Infine per ciascun investimento è possibile ottenere un credito d’imposta da 100milioni.
Infine, la carta da giocare, a quanto sembra, per rilanciare gli investimenti nelle Zes del Sud è lo snellimento burocratico adottato. «Ciò che ha davvero influito sul destino delle Zes – dice Romano – è l'autorizzazione unica, introdotta a luglio dal Governo Draghi. In altre parole, in 20 giorni dall’ apertura della conferenza di servizi è possibile rilasciare l’autorizzazione. In Campania, in questo mese rilasceremo anche le prime dieci autorizzazioni su cui è in corso una valutazione tecnica».
Resta invece irrisolto, per ora, il problema dell’assenza di un organico dedicato. «Si fa fronte con la collaborazione del personale dell’Asi – conclude il commissario – circa 25 unità. E si attende che l’Agenzia per la Coesione territoriale ingaggi dieci professionisti da destinare alla Zes». Altri dieci sono da reclutare con interpello dalle Pa. In conclusione, la Zes della Campania – con 37 comuni, intorno ai porti di Napoli, Salerno, Castellammare di Stabia, agli interporti e aeroporti – in questo mese potrebbe dar prova, finalmente, di un cambio di rotta. Staremo a vedere.

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