“Zitta e buona”, un podcast per la “secondina dimenticata” vittima delle Br
In uscita su Radio24.it e sulle piattaforme audio la serie che racconta la storia della prima donna uccisa dai terroristi rossi
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Si chiamava Germana Stefanini e aveva quasi 57 anni quando, il 28 gennaio del 1983, un commando di terroristi appartenenti ai Nuclei per il Potere Proletario Armato la sequestrò nella sua abitazione di via Albimonte al 5, a Roma, per sottoporla a un processo proletario. La donna, accusata di essere un’aguzzina per il suo lavoro a Rebibbia come agente penitenziaria, venne legata a una sedia con del nastro adesivo e tristemente immortalata con una foto polaroid sotto a un drappo rosso inneggiante al potere del proletariato armato e all’abolizione delle carceri. L’organizzazione eversiva, composta da due uomini e una donna poco più che ventenni, decise che il lungo interrogatorio sul ruolo della Stefanini al reparto controllo pacchi e sul lavoro svolto dalle altre sue colleghe responsabili delle cosiddette detenute “differenziate”, dovesse essere registrato. Non è la prima volta che fu messa in atto questa pratica, circa due mesi prima, il 3 dicembre del 1982 lo stesso trattamento, ad opera del medesimo commando, toccò a un medico penitenziario di nome Giuseppina Galfo, considerata a sua volta una “boia aguzzina” e destinata, come la Stefanini, a subire un lungo interrogatorio alla fine del quale seguirà una sentenza del Tribunale del Popolo. Per entrambe è una sentenza di morte. Gli audio originali di questi due processi alle prime, nonché uniche donne bersaglio designato della galassia armata brigatista, sono contenuti in un podcast di Elisabetta Fusconi dal titolo “Zitta e buona. Germana Stefanini e le donne vittime del terrorismo rosso” prodotto da Radio24 e in uscita oggi su tutte le piattaforme di streaming audio e sul sito di Radio 24.
La ricerca
Con un lungo lavoro di ricerca, tra testimonianze ed atti processuali, l’autrice ha raccontato quarant’anni dopo, nei dettagli, le fasi del sequestro della Stefanini e di quello avvenuto due mesi prima per mano dello stesso commando armato, del medico penitenziario Giuseppina Galfo, anche lei in servizio a Rebibbia. L’organizzazione eversiva che le rapisce è composta da due uomini e una donna poco più che ventenni. Il lungo interrogatorio a cui entrambe vengono sottoposte sono stati registrati, e alla fine la sentenza del Tribunale del Popolo è una sentenza di morte. Giuseppina Galfo, sebbene colpita da un proiettile alla testa, si salva. Nella serie podcast la ricostruzione del processo proletario alle prime, nonché uniche donne bersaglio designato della galassia armata brigatista, avviene attraverso questi audio originali di questo processo proletario, che facevano parte negli atti giudiziari, e nei quali si sentono più volte i terroristi intimare alla Stefanini di stare “zitta e buona” Germana Stefanini verrà ricordata alla presenza del Guardasigilli il prossimo 1 dicembre in una commemorazione a Rebibbia, la cui Casa circondariale femminile è stata intitolata alla Stefanini il 21 novembre 2016.
Le serie originali
Il podcast in 5 episodi si inserisce nel filone delle miniserie di Radio 24 create per raccontare storie vere, che ha visto a settembre di quest’anno l’uscita della serie “Cento giorni dopo”, di Francesca Zanni dedicato al caso Amedeo Damiano e in precedenza il podcast originale di Alessandro Milan “Io sono libero”. sul caso giudiziario di Derek Rocco Bernabei, e “Pianosa, l’isola del diavolo”, di Silvia Giralucci, figlia di una vittima delle Br, sul carcere di massima sicurezza dove sono stati rinchiusi i più pericolosi brigatisti negli anni di piombo.
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