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Zurich blocca le trattative per l’acquisizione di Kairos

Mancato accordo sulla liquidazione di alcuni soci manager della boutique. A questo punto è possibile che Julius Baer avvii una nuova fase di sondaggi

di Laura Galvagni

La crescita in Italia. Salta l’operazione Kairos

2' di lettura

Alla fine l’accordo non è stato trovato. Dopo settimane di negoziazioni serrate, che hanno portato a un inatteso allungamento dei tempi della trattativa, Zurich avrebbe stoppato l’acquisizione di Kairos. L’alt all’operazione sarebbe arrivato direttamente dalla Svizzera e per ragioni ben precise. Tutto ruoterebbe attorno alle difficoltà nate nel tentativo di trovare un’intesa sulla liquidazione di alcuni soci manager della boutique fondata nel 1999. Fin da subito Zurich ha infatti escluso la permanenza degli azionisti nel capitale una volta completata l’acquisizione.

Il ruolo dei manager

A tal proposito va ricordato che Guido Brera, socio fondatore e chief investment officer, Rocco Bove, head of fixed income, Massimo Trabattoni, Alberto Castelli, che è l’amministratore delegato e la sales director Caterina Giuggioli, detengono complessivamente un 30% della società. Di questi, l’unico che avrebbe dovuto preservare un ruolo in futuro sarebbe dovuto essere Trabattoni. Ma su questo schema e sulle condizioni di realizzazione del percorso non è stato trovato l’accordo. L’esito è che la compagnia elvetica ha deciso di archiviare il dossier.

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A questo punto si immagina che Julius Baer dovrà riprendere in mano le carte e avviare una nuova fase di sondaggi dopo che nei mesi scorsi l’operazione era stata valutata anche da altri soggetti. Banca Patrimoni Sella, per esempio, era arrivata molto vicina a chiudere l’acquisizione così come Anima. Peraltro, già a cavallo del 2018-2019 Julius Baer aveva tentato una prima volta di mettere sul mercato l’asset non incontrando però la valutazione auspicata.

Il profilo

Kairos vede attualmente Julius Baer, entrata nel capitale nel 2016, come primo azionista con una quota del 70% mentre la fetta restante è suddivisa, come detto, tra soci storici e alcuni manager. La realtà è nata a fine anni ’90 come un’iniziativa imprenditoriale nel settore del risparmio gestito sulla scorta dell’intuizione di alcuni partner che si erano posti come obiettivo quello di creare un’eccellenza indipendente dalle logiche della grande industria. Il tempo e il cambiamento repentino degli scenari economici e finanziari ha fatto mutare leggermente pelle alla società, fino alla partnership con Julius Baer voluta anche per dare ulteriore spinta a quel desiderio di posizionarsi sul mercato come leader nell’innovazione di prodotto e nella creazione di soluzioni di investimento per la clientela privata e istituzionale, oltre che per le reti distributive.

Nuovo target

Quanto a Zurich, evidentemente, non si può escludere che il gruppo svizzero non decida di mettersi a caccia di un nuovo target. A fine 2022, perfezionato l’acquisto del ramo d’azienda italiano dei consulenti finanziari di Deutsche Bank Financial Advisors (circa mille), la compagnia ha dato vita a Zurich Bank, nuova banca con oltre 16 miliardi di euro di masse in gestione e più di 120mila clienti. Una realtà costruita su un modello consulenziale d’eccellenza impegnato ad offrire una gamma sinergica di servizi di investimento, assicurativi, bancari e finanziari. L’interesse per Kairos era dunque maturato con l’obiettivo di rafforzare quest’entità, tutta italiana, creata sulla scorta dell’esperienza maturata negli anni di collaborazione con Deutsche Bank. L’integrazione della boutique avrebbe infatti portato complessivamente le masse in gestione ben oltre i 20 miliardi grazie alla dote di 5 miliardi presente nel portafoglio di Kairos.

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