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###Lavoro: effetto Covid, generazione del 'Grande Lockdown' cerca posto fisso - STUDIO

Zurich-Oxford U., proteggere atipici ma no a reddito di base (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 05 ott - La pandemia di Covid-19 sta rivoluzionando il mondo del lavoro: non solo e' la causa della perdita di milioni di posti, ma ha anche impresso un'accelerazione alle trasformazioni rendendo piu' urgente che mai affrontare le questioni legate alla digitalizzazione dell'economia, alla necessita' della formazione continua e alla fragilita' di molti sistemi nazionali di protezione. A sottolinearlo e' uno studio realizzato da Zurich Insurance e della Smith School of Enterprise and The Evironnment dell'Universita' di Oxford.

Il rapporto trae spunto da due inchieste, una tra i dirigenti di 1.200 societa' di medie o grandi dimensioni in sei Paesi e l'altra tra 19.000 consumatori in 17 Paesi (tra cui l'Italia), condotte tra gennaio e marzo 2020. Lo studio sottolinea in primis la necessita' di fornire un'adeguata protezione a tutti i lavoratori, considerando che a perdere il lavoro, con l'arrivo della pandemia, sono stati soprattutto i cosiddetti lavoratori atipici, i free lance, i ragazzi della 'gig economy', i lavoratori a tempo determinato, che non hanno potuto nella maggior parte dei casi avvalersi delle reti di protezioni esistenti o di emergenza. Dovrebbe essere quindi obbligatoria una forma di assicurazione che protegga anche i lavoratori per cui non sono applicabili misure come la Cig.

L'introduzione di schemi di 'reddito di base universale' a questo fine puo' sembrare attraente in principio, ma 'l'evidenza che abbiamo finora non va a sostegno della sua efficacia'. Si tratta di programmi 'costosi da gestire, inefficienti (non sempre l'aiuto va alle persone a cui e' mirato) e onerosi per il contribuente', sottolinea la ricerca. Per questo il reddito di base dovrebbe essere considerato come un 'reddito di emergenza, usato solo in circostanze straordinarie'.

Tra le conseguenze della crisi del coronavirus lo studio si aspetta una maggiore avversione al rischio da parte dei Millenials e della Generazione Z. Prima del Covid-19, i giovani avevano una disponibilita' doppia rispetto ai piu' anziani a favore di una carriera di free lance o di cambiare il lavoro per andare in un altro settore o Paese, ma la tendenza adesso potrebbe andare nel verso opposto. La generazione del 'Grande Lockdown' potrebbe adesso cercare la sicurezza del lavoro, magari anche in grandi organizzazioni.

I giovani, per altro, sono prontissimi a migliorare le proprie competenze: circa il 74% dei Millenials interpellati e' disposto a dedicare alla formazione una sera alla settimana per sei mesi contro il 54% dei lavoratori piu' anziani. In Italia la percentuale arriva al 76% tra i giovani, mentre tra i piu' anziani e' del 58%. La pandemia ha anche aumentato le pressioni sui lavoratori affinche' si adeguino al cambiamento tecnologico, che include l'utilizzo dell'intelligenza artificiale e dell'automazione, strumenti a prova di lockdown. Dal rapporto emerge pero' che le categorie piu' a rischio di perdere il lavoro a causa della digitalizzazione o dell'automazione, cioe' coloro che eseguono lavori di routine, sono anche quelle che percepiscono meno la minaccia per il loro posto di lavoro, mentre quelli a basso rischio sono troppo sensibili al cambiamento tecnologico. Governi ed aziende dovrebbero assieme informare i lavoratori sui rischi per il loro lavoro e per le opportunita' disponibili, indica il rapporto.

Essenziale sara' la formazione, soprattutto per i lavoratori con minori competenze per permettere loro passare da un'occupazione all'altra e in questo senso stanno gia' investendo alcuni Governi, come quelli della Germania, dei Paesi nordici e del Giappone che hanno anche le infrastrutture per farlo. Altri Paesi, in particolare quelli del mondo anglo-americano che finora hanno investito poco nella formazione tecnica potrebbero fornire sostegno alle aziende. In tutti i casi in cui serve una maggiore protezione, inclusa quella sulla salute, la collaborazione tra pubblico e privato sara' essenziale: nessun 'stakeholder' puo' fare fronte da solo all'impatto dei cambiamenti, ma serve una condivisione delle responsabilita' tra individui, datori di lavoro, fornitori di benefit sociali e Governi.

gli-col

(RADIOCOR) 05-10-20 17:06:07 (0542) 3 NNNN

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